The Jewish People Policy Institue (Italiano)

L’ebraismo israeliano è unico per un luogo e per un tempo. Una fusione di tradizione e nazionalità. In molti casi è molto difficile – forse impossibile – determinare dove finisce l’ebreo e inizia l’israeliano, o dove finisce l’israeliano e inizia l’ebreo.

Per raggiungere questa conclusione, abbiamo scansionato molte migliaia di punti dati e utilizzato diverse metodologie di analisi statistica., Il nostro modello più eloquente era localizzare gli ebrei di Israele su un grafico con due dimensioni: una per la tradizione, una per la nazionalità. Abbiamo usato 32 domande dal sondaggio per creare una mappa (se sei un israeliano, vi invitiamo a rispondere a queste 32 domande qui). Se un ebreo accende candele il venerdì sera, ottengono un punto per la tradizione. Se fanno acquisti su Shabbat, ottengono un punto per la non tradizione.

Misuriamo punti della tradizione ebraica, come mantenere le leggi dello Shabbat, e misuriamo i comportamenti del nazionalismo israeliano, come alzare la bandiera israeliana nel giorno dell’Indipendenza., Coloro che lo sollevano ottengono un punto per il nazionalismo. Coloro che dicono che Israele non dovrebbe essere un ebreo, ma piuttosto uno stato civile neutrale (circa il 9 per cento della popolazione ebraica), ottenere un punto per il non-nazionalismo.

La nostra mappa mostra una popolazione ebraica disegualmente divisa in quattro gruppi. La maggior parte è il gruppo di “Jewraelis” – cioè, Ebrei che punteggio alto su entrambi mantenendo tradizioni ebraiche e sul mantenimento delle pratiche nazionali., Ecco un esempio di come appaiono questi ebrei: il 38% degli ebrei israeliani alza la bandiera nel giorno dell’Indipendenza (nazionalismo) e fa Kiddush il venerdì sera (tradizione) e dice che è importante per loro essere ebrei (livello di intensità). La percentuale di ebrei israeliani che non fanno Kiddush e non alzano la bandiera e dicono che non è importante per loro essere ebrei è molto più piccola – 8 per cento., la tradizione e la nazionalità (“Jewraelis,” il 55 per cento di maggioranza); quelli che in gran parte pratica nazionalità (15 per cento che noi chiamiamo “Israeliani” nel libro, che tendono a venire dalla secolare quarti del vecchio Partito Laburista Sionisti e la cui cultura è relativamente privo di mantenere le tradizioni Ebraiche); coloro che si pratica per lo più alla tradizione Ebraica e molti meno doganale Israeliana (17 per cento che noi chiamiamo “gli Ebrei”, che sono per lo più Haredi Israeliani); e coloro che, relativamente parlando, pratica né (13 per cento che noi chiamiamo “Universalisti” – urbano, liberale, di sinistra pendente e spesso alienati dagli altri Israeliani).,

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